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Il passaggio sottocosta era protetto sul lato esterno da una ringhiera possente ed esteticamente molto bella che si interrompeva solo per dare accesso a due rampe di scale.
Scendendo, si raggiungevano gli alloggi per gli ufficiali e per il personale di servizio, l’infermeria e le latrine. Si trattava di una palazzina in pietra a due piani, con un totale di tredici stanze.
Nei sotterranei di questa struttura una grande cisterna raccoglieva l’acqua proveniente da una sorgente naturale vicina al forte.
Il Genio Militare infatti aveva individuato un continuo gocciolio in una grotta (detta dagli speleologi “dell’elefante”) e l’aveva canalizzato attraverso una tubatura sotterranea per rifornire la fortezza.
Il rifornimento di acqua, soprattutto a queste quote, era di vitale importanza per la sopravvivenza dell’intera guarnigione.