Introduzione
Situato nella parte occidentale dell’Altopiano di Asiago, il Forte di Punta Corbin era uno dei forti che costituivano la linea difensiva italiana delle Prealpi Vicentine e fu realizzato su uno sperone di roccia proteso sulla Valle dell’Astico da quota 1077 metri s.l.m. con lo scopo di difendere la vallata da eventuali invasioni nemiche in collaborazione con il sottostante forte Ratti. Il Genio Militare avviò i lavori di costruzione nel 1906 terminandoli nel 1911 e seguì i canoni-modello di una tipica fortezza d’alta montagna capace di potersi gestire autonomamente in caso di necessità o d’assedio.
Il Forte Corbin era stato progettato quindi come una piccola città indipendente dotata di cucine, magazzini, forno per il pane, infermeria, cisterne d’acqua e anche di una teleferica proveniente dalla valle. Ogni parte della fortezza era collegata alle altre da una rete di gallerie e trincee che permetteva ai soldati di spostarsi senza mai uscire allo scoperto. Il Forte Corbin, costruito per primo, era il più grande tra i forti italiani dell’Altopiano, il più curato esteticamente e l’unico ad essere dotato di sei cannoni da 149 mm. Per la difesa ravvicinata disponeva inoltre di alcune mitragliatrici, trincee e postazioni di fucileria. Quando iniziò la guerra il forte era presidiato da circa 150 artiglieri da fortezza coadiuvati da truppe di un battaglione della Milizia Territoriale e dalla 2o, 20o, 23o e 35o Compagnia Presidiaria, per esattezza dal III settore –Asiago, Ia Armata - gen. Brusati, V Corpo d'Armata - gen. Zappoli, 34a Divisione - gen. Oro, IX Reggimento Artiglieri da Fortezza.
All’inizio l’attività del Forte Corbin fu molto intensa per poi scemare progressivamente nei mesi seguenti, fino al totale disarmo avvenuto nell’estate del 1915. Il tragico episodio del Forte Verena, distrutto da un unico proiettile austriaco, aveva rivelato l’inadeguatezza dei forti italiani a resistere alla potenza delle grosse bombe avversarie inducendo lo Stato Maggiore Italiano a disarmare i forti per collocare i cannoni in zone più sicure e meno bersagliabili. Nel maggio 1916, durante la Strafexpedition, il Forte Corbin fu bombardato dal cannone austriaco “Barbara” con cinquantasette bombe da 38 cm e il 30 maggio fu occupato dai reparti Austro-Ungarici della 28a Divisione comandati dal Col. Kliemann, ( 24o Reggimento Feldjager in collaborazione con parte del 47o, mantenendo il X/59o come riserva) , che non trovarono resistenza poichè il generale Pennella aveva già ordinato ai Granatieri di ritirarsi sul Monte Cengio, più a sud.
Il Corbin tornò in mano italiana un mese dopo, quando la Strafexpedition si esaurì e gli Austro-Ungarici decisero di ritirarsi. A quel punto il Corbin era ormai inoffensivo e fu usato come osservatorio, dato che la vallata rimase zona di confine interessata da colpi reciproci di minore entità fino alla fine della guerra. Dopo il conflitto il Corbin fu utilizzato dall’esercito come caserma per addestramenti fino alla fine degli anni Venti, quando lo stato autorizzò l’asportazione delle sei cupole e ne dispose l’abbandono.
Successivamente anche qui, come in tutti i siti di guerra, iniziò l’attività dei recuperanti, che smantellarono il forte riducendolo a un cumulo di macerie. A questo punto lo Stato, non potendo più servirsi di un edificio così compromesso, lo mise in vendita. Nel 1942 il Corbin fu acquistato da Emilio Panozzo di Treschè Conca e tuttora appartiene alla sua famiglia, che dal 1982 ne cura il recupero e lo ha reso un museo all’aperto quasi completamente visitabile, tanto che nel 1997 il giornalista Alberto Angela lo ha scelto per girarvi un documentario per Super Quark.
Oggi è meta sempre più frequentata di scolaresche e turisti che possono visitare la fortezza con l’aiuto di una mappa con il percorso spiegato, una guida scritta o un accompagnatore. Il Forte Corbin è un monumento riconosciuto e sottoposto alla tutela della Soprintendenza ma non ha mai avuto accesso a nessun tipo di finanziamento, pertanto si chiede un biglietto d’ingresso come contributo per le spese di manutenzione del complesso. All’interno è stato realizzato un museo dove sono esposti non solo i reperti rinvenuti durante i lavori di recupero ma anche diversi documenti di soldati che combatterono al Corbin e numerose fotografie d’epoca della fortezza.